Turismo

Percorso nel centro storico di Marsicovetere

Nel centro storico di Marsicovetere è possibile seguire un itinerario che è quasi un viaggio nel passato, lento e silenzioso, ricocco di spunti e di meraviglie, caratterizzato dall'osservazione di maestrie dell'architettura ottocentesta che ancora si percepiscono tra i vicoli e le stredde strade del borgo.

Il percorso inizia in Corso Vittorio Emanuele e consente di fare subito una sosta per osservare il paesaggio che permette di ammirare la pianura dell’alta Val d’Agri con i centri abitati di Paterno, Tramutola, Villa d’Agri (frazione  di  Marsicovetere),  Grumento  Nova,  Moliterno e Viggiano sulla sinistra. Sulla destra della strada si trova il Palazzo Rossi di proprietà privata, attualmente adibito a Casa Vacanza, costruito agli inizi dell'ottocento come dimora dall'omonima famiglia. Si prosegue lungo viale Vittorio Emanuele in direzione della Chiesa Madre. Sulla sinistra si osservano monumenti più moderni (una fontana in commemorazione di Antonio di Gilio ed un monumento ai caduti costituito da un obelisco sormontato da un’aquila in bronzo) e, sullo sfondo, ancora il meraviglioso paesaggio valligiano. Sulla destra i caratteristici portali dei Palazzi Signorili (appartenenti alle famiglie Briglia, Bellizi, Gambioli, Ziella e Pascale) contraddistinti dalle chiavi dell’arco con gli stemmi delle famiglie spesso arrecanti anche l’incisione della data di costruzione. I vicoli sono spesso sormontata da archi che fungevano da contrafforti per le abitazioni, oggi quasi del tutto abbandonate.

Si aggiunge poi alla Chiesa Madre costruita nel XIV secolo e ristrutturata successivamente in stile barocco napoletano. La Chiesa ha subito significativi interventi di restauro a seguito dei terremoti del 1857 e del 1980. I due eventi sismici, infatti, hanno causato la perdita di molti elementi strutturali dell'edificio originario tra cui un ciclo di afffresci che adornava l'abside e il soffitto. Il portale esterno, in bronzo, è stato donato nel 1893 dagli emigrati di Marsicovetere trasferitisi a Philadelphia.

La facciata si presenta molto semplice e lineare e sull'architrave si ergono le statue dei Santi Pietro e Paolo a cui l'edificio sacro è dedicato. La pianta è a croce latina, ad una sola navata, con sei cappelle caratterizzate da altari in stile barocco che un tempo appartenevano alle famiglie nobili del posto. Nelle nicchie del portale si trova una scultera lignea della Madonna con Bambino del XIV secolo. Nella Chiesa sono inoltre presenti alcune tele di scuola napoletana del settecento raffiguranti, tra gli altri, San Giovanni Battista, San Bernardino (patrono di Marsicovetere) e l'incoronazione di Maria.

Di notevole interesse il coro ligneo, un'acquasantiera ornata con un leone in pietra risalente al cinquecento e l'altare Maggiore, dedicato alla Vergine Mair a e ai Santi Pietro e Paolo. Nella nicchia sovrastante l'altare è conservata la statua della Madonna dell'Assunta (XVIII secolo) rappresentata su una nuvola circondata da teste di cherubini in atteggiamento di estasi, con lo sguardo rivolto verso il cielo e il braccio destro alzato.

Il simulacro, secondo la tradizione locale, viene portato in processione l’ultima domenica di maggio e lasciato presso il Santuario del Volturino fino al 15 agosto, quando viene riportato in paese. Il Santuario montano, ristrutturato recentemente (2008) in pietra di Gorgoglione, sorge in località Piano dell’Imperatore, un ampio pianoro sulla dorsale del monte Volturino da cui parte un sentiero per raggiungere la vetta del rilievo.

Tornando sul viale, sulla sinistra, si trova la Casa Museo De Durante Marinelli alla quale si accede da un portale datato 1851. La Casa Museo, di proprietà privata, è dedicata al Dott. Luigi Buono “che molto si adoperò per la realizzazione e la valorizzazione culturale del paese”. Alle sue spalle, è ubicata la Cappella della Madonna delle Nevi che risale al 1830 anch’essa di proprietà privata.

A fare da cornice alla piazzetta del Pionetello, nella parte alta del paese, è l’imponente abitazione della famiglia Mazza che ingloba nella sua struttura una torre dell’antico castello medioevale (XI sec.).

Si giunge poi, attraversando la piazzetta e seguendo un sentiero sterrato, nel punto panoramico che sorge sui  ruderi del castello di Marsicovetere, poco visibili, che consente di osservare il Tuppo di San Nicola sul quale si scorgono  i  chiari  segni  dell’antica  civitas.  Sulla  destra  si intravede la Sorgente Copone, raggiungibile a piedi dal centro abitato e, alle spalle, il Monte del Volturino (1838 m. slm).

Dopo la sosta panoramica, si ritorna nel centro storico e si prosegue fino a raggiungere una Piazzetta denominata “l’Annunziata” così chiamata per la presenza di una nicchia in onore della Madonna dell’Annunziata. Sulla destra, poi, scendendo un’ampia gradinata, si arriva di fronte al portale signorile che contraddistingue il prestigioso palazzo della famiglia Piccininni. Giardini terrazzati, porticati, monofore rotonde e archi, caratterizzano l’ abitazione signorile, un tempo di proprietà dei Caracciolo, conservandone l’aspetto originario del XVII secolo. 

Proseguendo lungo la   discesa che costeggia il Palazzo, si ritorna su viale Vittorio Emanuele al punto di partenza del percorso.

Da vedere

A poca distanza dal piccolo borgo di Marsicovetere, percorrendo la SP 16 in direzione della frazione di Villa d’Agri, sulla destra, si ergono i ruderi del Convento di Santa Maria di Costantinopoli. Il convento fu commissionato dal Principe Ettore Caracciolo nel 1575 e tenuto dai monaci cappuccini dal 1571. L’edificio ha pianta regolare con un chiostro centrale intorno al quale si ergevano le celle dei monaci articolate su due piani. Sulla destra si trova l’edificio sacro a navata unica. La relazione Gaudioso sulla Basilicata redatta nel 1736 è un’importante documento storico che attesta l’esistenza, in quell’anno, di “ (…) due Conventi, il primo de’ Minori Conventuali sotto il titolo di S. Maria di Loreto con tenue rendite, ed il secondo de’ Minori Osservanti che si mantiene coll’elemosine” (La Relazione Gaudioso sulla Basilicata 1736, a cura di Tommaso Pedio, 1965). All’esterno del Convento di Santa Maria di Costantinopoli, il secondo menzionato nella Relazione Gaudioso, è ancora visibile la colonna in pietra su basamento lapideo caratterizzato da tre blocchi quadrati, sormontata da un crocifisso anch’esso in pietra. All’interno del rudere della chiesa, nelle nicchie laterali, sono visibili tracce di affreschi raffiguranti santi e simboli del culto cristiano. Proseguendo sulla SP 16, sulla sinistra, prima di giungere al bivio che porta a sinistra alla frazione di Villa d’Agri e a destra a quella di Barricelle, sorgono i resti del Convento di Santa Maria dell’Aspro, dal nome della località, poi denominato di Loreto. E’ questo il luogo in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita Angelo Clareno. 

Il convento fu edificato nel 1300 ed è costituito, come quello di Santa Maria di Costantinopoli, da un’ala in cui sorgevano le celle dei monaci intorno ad un chiostro, ed un edificio sacro all’interno del quale resta traccia di pochi affreschi raffiguranti frati francescani. La presenza francescana in questo convento è stata più o meno considerevole fino alla completa soppressione nel 1792 per decreto di Ferdinando di Borbone re di Napoli.

A seguito del terremoto del 1857 i due conventi subirono gravi danni. Ad oggi è in corso un intervento di recupero dell’ex Convento di Santa Maria di Loreto in località Santa

Maria dell’Aspro finanziato dai fondi del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra derivanti dalle royalties delle estrazioni petrolifere.

Palazzo Piccinini D’Ottavio

Il cosiddetto “Palazzo” fu fatto costruire dai Caracciolo e poi ceduto alla famiglia Picininni che, attualmente, lo condivide con la famiglia D’Ottavio. La proprietà comprende anche la Cappella privata di S. Antonio Abate che risale, nella forma attuale, al 1825 (come risulta dalla data scolpita sulla finestrella del frontale) ma già esistente nel 1736 come si evince dal un inventario dei beni del Principe di Marsicovetere Domenico Caracciolo. Al suo interno è custodita la statua lignea di San Antonio Abate, realizzata a Napoli nel 1826, che viene festeggiato la prima Domenica di giugno.

Chiesa Beata Vergine Addolorata

Tra il 1956 e il 1958 venne eretta a Villa d’Agri la chiesa della Beata Vergine Addolorata ed istituita l’omonima parrocchia distaccata da quella dei SS. Apostoli Pietro e Paolo del centro storico di Marsicovetere. La chiesa segue le linee del razionalismo italiano degli anni cinquanta ed è abbellita dal portale in pietra cinquecentesco che apparteneva al monastero di Santa Maria di Costantinopoli.

Chiesetta privata di S. Antonio di Padova

Di singolare interesse la piccola chiesetta privata di S. Antonio di Padova a molti sconosciuta, situata in C.da Pedali le Grotte, attualmente in stato di abbandono. Nel 1770 apparteneva alla Famiglia Maffei di Marsicovetere, come risulta dalla stele lapidea esposta sul frontale che arreca la seguente iscrizione, traduzione di quella latina presente in loco:

D. O. M. (a Dio il più buono e il più grande) I fratelli Maffei curarono di edificare

Questa cappella (tempietto) gentilizia Dedicata a Dio

Sotto il titolo di S. Antonio di Padova,

a (spirituale) utilità propria e degli altri

per graziosa concessione dell'invittissimo re Ferdinando IV; il quale volle,

con propria sanzione, difendere la sacralità di questo luogo

contro la cattiveria di coloro che cercano asilo con mala coscienza, anche se era stato loro risolutamente negato.

(Fonte http://www.parrocchiavilladagri.it).

Villa Romana dei Brutti Praesentes

La piccola frazione di Barricelle rappresenta la “culla” della storia di questo territorio. E’ qui che si trovano i resti della Villa Romana dei Brutti Praesentes, non visitabili senza il 

permesso della Sovrintendenza, ed è qui che si svilupparono i primi nuclei abitativi data la presenza di corsi d’acqua.

Le ultime campagne di scavo hanno portato alla luce i resti dell’imponente villa romana appartenuta alla famiglia dei Brutti Praesentes di cui faceva parte l’imperatrice romana Brutia Crispina, moglie dell’Imperatore Commodo (161-192). La villa fu costruita alla fine del II secolo a. C. alle pendici del Tuppo San Nicola lungo le sponde del torrente Molinara, affluente dell’Agri, in un’area la cui frequentazione risale al IV sec. a.C. Dopo una serie di interventi di ricostruzione dovuti a due terremoti, la villa ha continuato ad essere abitata fino al IV sec. d.C. L’abitazione è caratterizzata da una pars rustica, area produttiva abitata dalla servitù, e da una pars urbana, area residenziale per la famiglia proprietaria in cui ci si dedicava prevalentemente all’otium.

Le macchine idrauliche.

Agli inizi dell’ottocento, nacque a Marsicovetere un piccolo sistema industriale caratterizzato da opifici idraulici (mulini e gualchiere) che sfruttavano la forza motrice dell’acqua per azionare gli impianti meccanici per la molitura dei cereali e per la cardatura della lana. Nella Statistica del Regno di Napoli disposta da Gioacchino Murat del 1811 viene menzionata per il comune di Marsicovetere una sola gualchiera di cui si serviva anche Sasso di Castalda che “non prepara bene i panni e a preferenza si fa uso della gualchiera di Marsico Nuovo e Viggiano la quale prepara mediocremente i panni e in supplemento si suol far uso di quelle de’ Comuni di Spinoso e S. Martino” (Statistica Murattiana del Regno di Napoli, in Tommaso Pedio, Quaderni della Nuova Libreria, 1964, p. 86). Di queste attività restano testimonianze anche nella toponomastica: il principale corso d’acqua su cui si svilupparono, infatti, è denominato Molinara ed il nome fa indubbiamente pensare ad una connessione con la molitura del grano. Oggi sono visibili i ruderi di alcuni opifici costeggiando le sponde del torrente, lungo un sentiero di non facile accesso che si consiglia di percorrere accompagnati da una guida.

Sorgente Copone - Monte Volturino

L’escursione inizia dalla Sorgente Copone di Marsicovetere nota per le sue acque oligominerali. Da qui si segue la strada asfaltata sulla sinistra e si procede per circa 400 m; si svolta poi a destra ed inizia lo sterrato che, dopo 11,5 km, conduce in vetta al Monte Volturino.

I primi 3 km di percorso sono tutti allo scoperto. Si attraversano campi coltivati con la possibilità di avvistare volpi e diversi rapaci: il nibbio reale, la poiana e il piccolo gheppio che si caratterizza per il tipico volo stazionario,il cosiddetto "spirito santo", utilizzato per scovare le piccole prede di cui si nutre. Dopo questo lungo tratto ci si immette in un fitto rimboschimento di Pini che si estende per un paio di chilometri per poi lasciare spazio alla faggeta mista che, a 6,5 km dalla partenza, nasconde la Sorgente Romanelli. Qui è possibile abbeverarsi e, dopo poche centinaia di metri, si raggiunge il Rifugio Romanelli dove si può fare una breve pausa nell’area ristoro. Si continua quindi a salire verso il Monte Volturino attraversando un bel bosco di castagne; da qui inizia un bosco misto con presenza di Pino Rosso, Pino Nero, Faggio, Cerri, Agrifogli ed altre specie del sottobosco come felci e ginestre. Il cammino continua fino a giungere al Passo 3 Confini (a 9 km circa dalla partenza). Si procede lungo il sentiero nella fitta faggeta che conduce, dopo altri 2,5 km, sulla vetta del Monte Volturino. Qui, la fatica della salita è ripagata  da  una   splendida   visuale.   E’ possibile, infatti, ammirare un meraviglioso paesaggio: i paesi dell’Alta Val d’Agri, la cima della vicina Montagna di Viggiano con il Santuario della Madonna Nera e le altre montagne della Basilicata tra cui il Monte Sirino ed il Massiccio del Pollino.

Sentiero del Ventennale

Il percorso inizia dalla Sorgente Copone di Marsicovetere nota per le sue acque oligominerali; da qui si procede in salita verso Fosso Salicone, si attraversa il rimboschimento della Pineta delle Calanche e, dopo 2,8 km circa, si giunge al quadrivio di Tuppo delle Seti.

Da qui, passando tra le praterie che si aprono sotto la strada asfaltata, si entra nella faggeta che porta al pianoro denominato Piano dell’Imperatore dove è possibile rifornirsi d’acqua alle fontane presenti ed ammirare il Santuario della Madonna dell’Assunta, che si raggiunge dopo 5,6 km dall’inizio del sentiero. Il santuario viene aperto l’ultima domenica di maggio, quando la statua della Beata Vergine Assunta, viene condotta qui in processione, e viene chiuso il 15 agosto quando la Statua viene ricondotta nella Chiesa Madre del centro storico di Marsicovetere, dove avvengono i festeggiamenti in suo onore. Dalla chiesetta montana, dopo 1,4 km di cammino, attraversando la faggeta, si raggiunge la più alta delle cime del complesso del Volturino (1835 m). L’intero comprensorio montuoso si configura come una serra dentata le cui cime principali,rispettivamente di 1835 m, 1800 m e 1806 m , in un avvicendarsi di picchi e dirupi, si presentano una, quella esposta a nord, spoglia, aspra e rocciosa; le altre due, collocate più a sud, pulite, verdi e rotondeggianti. Sulla cima è possibile ammirare lo splendido paesaggio della Val d’Agri, caratterizzata dai suoi centri abitati, la vicina Montagna di Viggiano, con il Santuario della Madonna Nera, e le altre montagne della Basilicata tra cui il Monte Sirino ed il Massiccio del Pollino. Dalla cima ci si incammina in discesa sul sentiero che segue la linea di cresta in direzione sud-est e che, percorrendo la faggeta, conduce nuovamente a Piano dell’Imperatore. Qui si prosegue su un sentiero diverso da quello percorso all’andata che, seguendo il viottolo interno alla faggeta, dopo aver attraversato la strada asfaltata, conduce ad un ampio prato con un’area pic-nic. Percorso il vallone sino a Serra la Mandra, si arriva di nuovo al Tuppo  delle Seti da cui si raggiunge il punto di partenza del percorso.

Sorgente Copone -  Santuario Madonna di Viggiano

Il percorso inizia dalla Sorgente Copone di Marsicovetere nota per le sue acqueoligominerali; da qui si procede in salita verso Fosso Salicone, si attraversa il rimboschimento della Pineta delle Calanche e, dopo 2,8 km circa, si giunge al quadrivio di Tuppo delle Seti, un’ampia radura che in passato era il luogo in cui i pastori, provenienti dalle diverse vallate, effettuavano i loro scambi commerciali. Da Tuppo delle Seti, presa la strada sulla sinistra che va verso Viggiano, bisogna fare attenzione ad imboccare sulla destra, dopo circa 200 m, un antico tratturo non sempre evidente, utilizzato dai pellegrini per raggiungere il Santuario della Madonna Nera. Questo tratto di sentiero è quasi tutto scoperto e costeggia, in vari punti, un rimboschimento di Pino Nero; inoltre si possono notare varie specie di piante officinali come il timo e l’origano. Dopo 4,1 km di cammino totale, si raggiunge un balcone naturale che si apre su una piccola valle detta La Laura caratterizzata da fenomeni carsici con la presenza di doline, depressioni a catino di solito chiuse sul fondo, invase da una rigogliosa vegetazione costituita da felci e rose canine. Il toponimo (dal greco Λαύρα- stretto sentiero) suggerisce un richiamo ai monaci italo-greci che, molto probabilmente, si ritiravano in questo luogo per pregare. Lasciato questo balcone naturale, inizia la salita lungo il crinale che porta al Santuario; camminando è possibile osservare vari rapaci come il nibbio o il falco pellegrino, mentre la fitta faggeta, che si incontra subito dopo, è dimora di mammiferi come la volpe ed il lupo che nelle notti fredde ed illuminate dalla luna piena non è raro sentire ululare. Alla fine del crinale, dopo circa 5,6 km di cammino, si giunge sulla cima del monte: qui si trova il famoso Santuario della Madonna Nera di Viggiano protettrice delle Genti Lucane, sorto nel luogo in cui, secondo la leggenda, fu rinvenuta la statua sacra nascosta in una cavità naturale per sottrarla all’iconoclastia. Come da tradizione, si compiono i tre giri rituali intorno alla chiesetta. Nei pressi del Santuario sono disposte alcune fontane dove è possibile dissetarsi. Da qui si può contemplare il panorama a 360° e, nelle giornate terse, vedere le cime più alte dell’Appennino Lucano.

Sorgente Copone – Santurio Madonna del Monte Saraceno

Il percorso inizia dalla Sorgente Copone di Marsicovetere nota per le sue acque oligominerali; da qui si procede in salita verso Fosso Salicone, si attraversa il rimboschimento della Pineta delle Calanche e, dopo 2,8 km circa, si giunge al quadrivio di Tuppo delle Seti, un’ampia radura che in passato era il luogo in cui i pastori, provenienti dalle diverse vallate, effettuavano i loro scambi commerciali.

Da Tuppo delle Seti ci si incammina sulla strada che va verso Calvello e per circa 800 metri si cammina su strada asfaltata che poi si lascia per svoltare a destra percorrendo un comodo sterrato per un chilometro e mezzo fino a trovare, sulla sinistra , una maestosa parete rocciosa che si mostra in tutto il suo splendore. La parete è caratterizzata da vari anfratti; è possibile osservare le orme di animali, come tassi e volpi, che qui si rifugiano. Antiche leggende narrano che queste cavità venivano usate dai briganti per ripararsi dalla pioggia durante le notti all’aperto per sfuggire all’inseguimento dei soldati Borbonici. Il sentiero prosegue in una fitta faggeta fino a giungere, dopo circa 800 metri nel parcheggio ubicato sotto il Santuario della Madonna del Monte Saraceno di Calvello. Dai gradini ricavati nella roccia si giunge davanti al Santuario che sorge su blocchi calcarei dai quali spuntano contorti alberi di faggio. Secondo la tradizione, la seconda domenica di maggio la statua della Madonna viene trasportata dalla chiesa parrocchiale di Calvello fin a questo piccolo Santuario, per poi ritornare in Paese durante i festeggiamenti dell’8 e il 9 settembre. Prima di accedere al luogo sacro, secondo il rituale religioso, bisogna compiere tre giri intorno alla chiesetta pregando. Nei pressi del Santuario del Monte Saraceno si trova la Grotta dell’Eremita, un incavo nella roccia, poco profondo, che si affaccia a strapiombo su un dirupo. Si narra che in questa grotta un religioso avesse trascorso la propria vita in solitudine e contemplazione.

Arrampicare a Marsicovetere

AREE DI ARRAMPICATA

  1. Masso dei Gallesi
  2. Riserva Indiana
  3. Pietra del Gufo
  4. Brigante al Sole
  5. Brigante alla Luna

 

Tra gli incantevoli boschi del Monte Volturino si ergono diversi imponenti massi calcarei levigati dall’acqua che, da diversi anni, sono utilizzati da arrampicatori lucani, pugliesi e campani. Le aree attrezzate per l’arrampicata sono due, la prima sulla destra della strada che conduce alla vetta del Volturino è nota come Masso delle Volpi, la seconda, conosciuta come Pietra del Brigante, si trova sempre sulla stessa strada ma sulla sinistra a circa 4 km dalla prima area. In ogni area vi sono più settori di arrampicata, raggiungibili tutti a piedi all'interno della stessa area. La presenza di ben 5 settori di arrampicata, con 71 vie totali di differenti gradi di difficoltà, hanno reso le pareti del Monte Volturino il centro più importante dell’arrampicata lucana.

 

Fonti Guida Turistica Marsicovetere

(A cura di Remo Bartolomei, Antonio L. Conte e Giovanna Petrone)